My home is an island in the Mediterranean Sea. Cradle of peoples and archaic myths. The myth of "Atlantis" on several occasions has been associated with Sardinia. My blood is water of its rivers, its soil is my flesh, its forests are my bones.Neil starting by his island, the center of his world:Travels, observes and analyzes what he encounters in his wanderings around the world.
La mia terra è un'isola in mezzo al mare Mediterraneo. Culla di popoli e di miti arcaici. Il mito di "Atlantide" a più riprese è stato associato alla Sardegna. Il mio sangue è l'acqua dei suoi fiumi, il suo terreno è la mia carne, le sue foreste i miei polmoni e le sue pietre le mie ossa.



giovedì 8 aprile 2010

Giovedi 7 Aprile 2010 - PARTENZA-

Cagliari.
Mi sono svegliato non troppo presto quest'oggi. Ho bevuto un caffè nero osservando la mia valigia preparata la notte prima. Avevo deciso di non portarmi troppe cose, ma ora che la guardo pare proprio troppo pesante e ingombrante.. Lasciata sul lavello la tazza mi sono piegato sulla valigia ed ho iniziato a svuotarla..Ciò che è rimasto è stato trasferito in uno zaino che avevo vinto da piccino con i punti delle pastine. Ho guardato fuori dalla finestra, ho salutato in silenzio tutto ciò che per 21anni mi si presentava ad ogni mio risveglio. Ho chiuso la porta della mia stanza e sono uscito in strada senza lasciare alcun biglietto. Inizialmente ho camminato tra il frastuono mattutino delle macchine e delle ambulanze. Ho preso il bus alla fermata dell'ospedale e questo mi ha portato dopo circa 30 minuti nelle vicinanze del porto. La mia prima sensazione nel percepire l'umido odore di salmastro è stato un brivido, seguito ben presto da un sorriso.
La mattinata terminava con me che vagavo per i moli osservando curioso le varie barche più o meno grandi ormeggiate nelle banchine. Il pomeriggio riscaldava violento l'aria, rendendola quasi infuocata. L'asfalto scuro del grande parcheggio del porto fumava, restituendo un acre odore di petrolio.
Ho notato un grosso tir che faceva manovra per imbarcarsi un una nave, trasportava un grosso megalite di marmo... Appena il tir ha rallentato, io l'ho rincorso e mi son arrampicato. I pochi lavoratori addetti al carico, erano attenti a ben altre cose. Io, sebbene mi sia graffiato un po le mani e un fianco son riuscito a nascondermi dentro il rimorchio.. La grossa pietra marmorea era posta al centro... per me, vi era uno spazio di circa 2 metri per 2... "Non male" pensai io, mentre rimanevo chinato e silente, attendendo solo d'imbarcarmi con il mio primo compagno di viaggio.. Un masso di parecchie tonnellate.. di poche parole lui, di poche parole io... Ingoiati nella stiva ho atteso che la nave salpasse. Mi sono addormentato.
Al mio risveglio era buio nella stiva ed un poco percepivo un dondolio ipnotico, freddo... Senza dubbio un particolare 'Buon Giorno' ho pensato ironico prima di spiare fuori dal mio metallico giaciglio e decidere di provare a fare un giro per la nave. Forse era una scelta azzardata visto il mio essere clandestino. Ma mi son curato di star sempre guardingo ed i pochi marinai per tanti metri quadri di nave mi davano una mano a rimaner celato. La notte mi proteggeva, il buio quasi assoluto era il mio mantello d'invisibilità..

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